Studio Gabellone: il servizio di Benessere Organizzativo (Welfare)
Il welfare aziendale configura una serie di diversi interventi e possibilità applicative che favoriscono la conciliazione fra le responsabilità lavorative ed i bisogni legati alla persona ed alla famiglia del lavoratore, anche in termini di potere d’acquisto di tali servizi.
Le esperienze di welfare aziendale in Italia sono ad oggi molto limitate e coinvolgono quasi esclusivamente le grandi imprese o sono fortemente radicate solo in alcune realtà territoriali.
Si propone di valutare l’introduzione anche nelle piccole e micro realtà aziendali, favorendo la prima fase di analisi, del progetto di fattibilità che comprende le seguenti fasi:
analisi della composizione del personale e delle possibili propensioni al welfare,
preparazione del questionario,
raccolta dello stesso e consequenziale analisi dei risultati per confrontare le previsioni con le aspettative e preferenza espresse dal personale,
analisi dei costi e benefici non solo di natura di economico-finanziaria ma anche di best practises e miglioramento del clima.
Una volta terminata questa prima fase, si sviluppa un contratto aziendale di secondo livello tagliato a misura per la singola realtà aziendale e si inizia il confronto con le OO.SS. con la finalità di arrivare alla condivisione e firma dell’accordo ed il relativo deposito presso il M.L.P.S..
Contatti
Studio Gabellone Via Domenico Chelini, 7 00197 Roma (RM)
+39 063729410 – +39 0637351012
+39 0637351343
Info
Studio professionale facente capo a Patrizia Gabellone, Consulente del Lavoro dal 1988, con un gruppo di lavoro esperti nella gestione del personale e negli obblighi adempimentali e dichiarativi.
Lo Studio Gabellone è socio fondatore dell’Associazione “Sistema In-Formazione”
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Perchè il Welfare aziendale
Visto da lato azienda
- lavoratori più motivati.
- miglioramento del clima aziendale.
- maggiore efficacia ed efficienza produttiva.
- minore assenteismo e rientro post maternità favorito.
- maggior senso di appartenenza all’azienda.
- contenimento del costo del lavoro.
Visto da lato lavoratore
- Maggiore potere d’acquisto
- Minore stress relato alle difficoltà di conciliare i bisogni personali e familiari con le esigenze lavorative
- Possibilità di fruire di childcare voucher (servizi all’infanzia) che consentono un rientro facilitato post maternità
- Possibilità di scegliere in un ventaglio di interventi, senza dover necessariamente consolidare tale scelta nel tempo, ma potendo invece diversificarla di volta in volta in relazione ai reali bisogni.
Dopo l’accordo Interconfederale siglato da Confindustria e Sindacati nell’aprile 2009, una buona parte dei contratti nazionali introducono per la prima volta il tema del welfare aziendale.
Il modello Luxottica rappresenta quello maggiormente diffuso nel sistema produttivo italiano ed ha consentito di superare il vecchio modello di welfare aziendale come misura liberale e unilaterale del “buon” datore di lavoro trasformandolo in uno strumento di contrattazione aziendale nel quale si realizza uno scambio virtuoso fra miglioramento del benessere e del reddito dei lavoratori, con costi contenuti per il datore di lavoro.
Attraverso il WA si remunerano gli aumenti retributivi pagati in benefit con incrementi misurabili della produttività o di riduzione dei costi della “non qualità”, senza un eccessivo impatto sul costo del lavoro per unità di prodotto, facendo fronte nel contempo a nuovi bisogni che il welfare pubblico non può garantire.
Più precisamente , uno dei vantaggi del welfare aziendale è di offrire al dipendente, a parità di costo per l’azienda, un valore superiore di beni e servizi.
A titolo esemplificativo, un aumento di € 100,00 lorde produce un costo per l’azienda di circa € 140,00 ed un netto per il lavoratore di circa € 70,00.
Contrariamente, un azione di WA del valore di € 100,00 non produce costi aggiuntivi, se non marginali in talune fattispecie, per l’azienda e non influisce sul netto del dipendente.
Quindi, contenimento dei costi per l’azienda e maggiore potere di acquisto per il dipendente.
Di conseguenza il welfare aziendale consente di raggiungere tre obiettivi:
- aumentare la retribuzione reale dei lavoratori senza incidere sul costo del lavoro per unità di prodotto perché incrementa la produttività e cioè il valore aggiunto aziendale per ora lavorata;
- migliorare il clima aziendale, il benessere dei lavoratori e il loro potere d’acquisto attraverso le misure da loro maggiormente apprezzate e che hanno maggiore efficacia incentivante producendo come ricaduta misurabile la riduzione dell’assenteismo e dei costi d’inefficienza;
- ottimizzare l’efficienza fiscale e contributiva del compenso non monetario sia per i lavoratori che per l’azienda.
Alcuni contratti hanno previsto l’utilizzo del welfare aziendale a complemento della detassazione dei premi di produttività introducendo un benefit pari alla quota del premio di produttività non detassabile e non soggetta allo sgravio contributivo (è pari a 6 mila euro il limite complessivo di retribuzione soggetta alla tassazione sostitutiva del 10%).
Occorre, infine, ricordare sempre a proposito della detassazione e decontribuzione dei premi di produttività la firma dell’accordo tra il Ministero del lavoro e le parti sociali del 7 marzo 2011 in cui sono definite una serie di “azioni a sostegno delle politiche di conciliazione tra famiglia e lavoro”.
Se il WA viene attivato a livello di contrattazione decentrata, può beneficiare, con riferimento alle somme erogate dal datore di lavoro, delle misure fiscali di detassazione del premio di produttività e del regime di decontribuzione.
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